acquaforte
230x155 mm
€120,00
Bendini frequenta l’Accademia di Belle Arti seguendo i corsi di Giorgio Morandi e Virgilio Guidi. Poi la presentazione di Francesco Arcangeli, le pitture influenzate da Jean Fautrier e la prima consacrazione con la Biennale di Venezia nel 1956. Una vita dedicata all’arte, fino all’ultima consacrazione pubblica, al MACRO, nel 2013: la mostra Vasco Bendini 1966-67, curata da Gabriele Simongini, era stato un particolare omaggio che il museo romano gli aveva dedicato, e l’artista aveva donato alla collezione permanente due opere del periodo: “Scatola U” del 1966 e la “Cabina solare” del 1967. Di lui si erano occupati anche Giulio Carlo Argan, Renato Barilli e Maurizio Calvesi, e nel 1997 aveva vinto il Premio Lissone alla Carriera, occasione che gli era valsa anche la mostra al MAC, curata da Flaminio Gualdoni.
Descrizione
“Ciò che egli traccia, in quelle opere, è il dramma di quel darsi del segno, energetico e impuro, accecato d’origine e destino, che ne è anche epifania fastosa, in una sorta di sentimento analitico del tempo del fare che s’immedesima nel tempo stesso del pensarsi e sapersi dell’artista, in una sorta di assolo capace d’aggirare gli scogli della retorica così come le secche dell’intimismo: lucido, feroce anche all’occorrenza, più in odore d’abstractionisme lyrique secondo la definizione di Jean-José Marchand che di ‘ultimo naturalismo’ arcangeliano, da subito“.
Tratto da “Vasco Bendini. Il tempo, la luce” di Flaminio Gualdoni, 2010.
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Vasco Bendini (Bologna 1922 – Roma 2015)
La stampa è stata realizzata nel 1991.
Tiratura: 100 esemplari.
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