stampa tratta dal disegno originale
210x150 mm
€30,00
Ho incominciato a disegnare all’età della pietra, nel 1962. Non andavo ancora a scuola. Purtroppo non sono rimaste tracce di quel periodo. Il primo disegno documentato è un’oca a matita sul quaderno a righe della prima elementare. Da piccolo sognavo di diventare uno dei disegnatori di Topolino. Walt Disney era il mio mito. Nel ’63 mi regalarono una scatola di Caran d’Ache da 40 che ho ancora adesso. I miei strumenti di allora erano la matita, i pastelli e la biro con cui annerivo e congiungevo i puntini sulla Settimana Enigmistica… due o tre volte partecipai anche al concorso “Questo l’ho fatto io”. I pennarelli sarebbero comparsi qualche tempo dopo nelle cartolerie, ma se devo essere sincero, non mi hanno mai entusiasmato. Per temperare le matite usavo la lametta da barba e affilavo la punta sulla carta vetrata. Gli album da disegno si chiamavano Giotto, Raffaello, Leonardo, Michelangelo. Questi grandi maestri venivano rappresentati, intenti nel loro lavoro, su copertine dai colori tristissimi in stile otto-novecentesco. Intorno al ’68, dopo aver cominciato a ricopiare quasi iperrealisticamente la storia di “Topolino e il Pippotarzan” (rimasta incompiuta dopo poche pagine), mi resi conto che forse non sarei mai diventato un disegnatore di Topolino.
Descrizione
“Franco Matticchio non è un pittore, non è un illustratore, non è un fine acquerellista. Di più, è un gatto. Forse lo sa. Come i gatti tende agguati, alla banalità, ai luoghi comuni, alla standardizzazione delle idee, alla sfibrante tecnologia, e sorride stirando le labbra simile al micio davanti al passerotto, in questo caso la monotonia del vivere. Riservato e solitario, apparentemente annoiato ed estraneo al mondo circostante, Franco è gattesco anche nello sfavillare dell’idea, che si manifesta rapidissima e assoluta, magari in apparenza incomprensibile, ma sempre chirurgica e sferzante“.
Tratto da “Oh oh, mi è semblato di vedele un gatto” di Mario Chiodetti, 2018.
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Franco Matticchio (Varese 1957).
La stampa è stata realizzata nel 2018 e abbinata alla brochure della mostra “A Bruciapelo”.
Tiratura: 75 esemplari.